#opereinviaggio

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13 apr 2024
via Jan 15

“L’Annunciazione” di Alberto Savinio e “Agena” di Alessandro Mendini lasciano Casa Museo Boschi Di Stefano per essere esposte alla mostra “Io sono un drago. La vera storia di Alessandro Mendini” presso Triennale Milano dal 13 aprile al 13 ottobre 2024, una produzione di Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain, in collaborazione con l’Archivio Alessandro Mendini.
La mostra a cura di Fulvio Irace con progetto di allestimento di Pierre Charpin.
 

Alberto Savinio, "L’Annunciazione", 1932
L’opera è uno dei capolavori di Alberto Savinio (pseudonimo di Andrea de Chirico, 1891-1952), pittore, scrittore e musicista con un ruolo di primo piano nell’ambiente artistico parigino tra gli anni Dieci e Venti.
Il dipinto appartiene al clima surrealista e si distingue per l’originalissima intelaiatura poligonale: all’interno di uno spazio articolato e instabile, l’artista reinterpreta in senso ironico e paradossale il tema cristiano dell’Annunciazione, cioè del momento in cui Maria accoglie il messaggio dell’arcangelo Gabriele che le appare e le annuncia che avrà un figlio. Per comporre questa invenzione, Savinio giustappone riferimenti all’arte antica, a incisioni ottocentesche e alle illustrazioni naturalistiche e scientifiche sue contemporanee: Maria – dalla testa di pellicano, animale simbolo di carità e cristologico, poiché secondo la tradizione dona il proprio sangue e la propria carne come cibo per i propri piccoli – dialoga con l’arcangelo, un gigante che si affaccia dalla finestra con fattezze ideali e classicheggianti. 
L’Annunciazione è stata acquistata da Francesco Di Stefano, padre di Marieda, nel 1933 a una mostra personale dell’artista. Anche a causa della caratteristica forma poligonale della cornice, è diventata un’opera simbolo della Casa Museo, tanto da fornire lo spunto per il logo dell’istituto.

Alessandro Mendini per Venini, Lampada da sospensione "Agena" (collezione Galassia), 1993
L’ultima sala della Casa Museo, in origine la camera da letto di Antonio Boschi e Marieda Di Stefano e ora dedicata alle opere del movimento Informale e a Piero Manzoni, è illuminata da una lampada a sospensione prodotta da Venini su disegno di Alessandro Mendini.
Agena, donata dallo stesso Mendini per l’apertura del museo, porta il nome di un razzo e, nella sua forma, rimanda ai corpi celesti e ai pianeti: è un globo diviso in due parti da un anello giallo. Una parte è di colore blu notte, decorata da piccoli fori e da tre coni gialli che diffondono luce, l’altra è bianco latte, impreziosita da murrine geometriche. Completano l’insieme due puntali verde smeraldo che evocano un asse di rotazione.