Servizio Educativo per Adolescenti

Il Servizio Educativo Adolescenti (SEA) agisce nella fascia di età dai quattordici ai ventuno anni con interventi educativi individuali e in piccoli gruppi.

Si occupa di prevenzione, reinserimento e percorsi alternativi alla detenzione nei seguenti ambiti:

Area penale
L’Ente locale è chiamato dal dettato legislativo a predisporre interventi territoriali funzionali alla presa in carico dei minori sottoposti a procedimento penale per rendere concrete le misure alternative alla detenzione.

Il SEA quindi interviene con progetti educativi individualizzati con gli adolescenti segnalati dai servizi territoriali competenti.

Area prevenzione
Interventi mirati a contrastare la dispersione e abbandono scolastico attraverso attività di orientamento, percorsi integrati scuola/laboratorio e laboratori educativi e culturali.

Si rivolge a ragazze/i residenti a Milano.

Il Comune di Milano entra per la prima volta nel carcere minorile “C. Beccaria” nel 1979 con attività e spettacoli di animazione teatrale.

In pochi anni l’esperienza all'interno del Beccaria diventa sempre più importante tanto da far nascere, nel 1981, il Progetto Beccaria, ideato dall'I.P.M, dal Tribunale per i minorenni, dal Comune di Milano in collaborazione con Enaip, Scuola elementare e media.

Il Comune partecipa al Progetto coinvolgendo 40 educatori che seguono dall'interno la vita dei minori. Con l’ingresso della società civile nel carcere ci si pone l’obiettivo fondamentale di non interrompere il percorso di crescita e lo sviluppo cognitivo dell’adolescente.

Nel 1988 viene approvato il D.P.R. 448 "Disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni" che modifica in maniera rilevante l’intervento e la procedura penale per i minori. La disposizione normativa si ispira  ad alcuni specifici principi strettamente connessi alla cosiddetta "finalizzazione educativa" (il processo non deve interferire sulla continuità educativa) e alla cosiddetta "attitudine responsabilizzante" del processo stesso, volta a promuovere nel minore lo sviluppo di competenze autoregolative ancorate a principi socialmente condivisi.

Fino a questa data all'interno degli Istituti di Correzione non si realizzavano interventi di sostegno e di recupero di un processo educativo interrotto, ma attività di contenimento.

L’Ente Locale viene coinvolto negli interventi sui minori dall’art. 6 Servizi Minorili  “In ogni stato e grado del procedimento l'autorità giudiziaria si avvale dei servizi minorili dell'amministrazione della giustizia. Si avvale altresì dei servizi di assistenza istituiti dagli enti locali” e dall’art. 28 Sospensione del processo e messa alla prova “..2. Con l'ordinanza di sospensione il giudice affida il minorenne ai servizi minorili dell'amministrazione della giustizia per lo svolgimento, anche in collaborazione con i servizi locali, delle opportune attività di osservazione, trattamento e sostegno. Il giudice può impartire prescrizioni dirette a riparare le conseguenze del reato e a promuovere la conciliazione del minorenne con la persona offesa dal reato”

Anni '90
Negli anni 90 il Comune di Milano per ottemperare al dettato normativo del DPR 448/88 e provvedere al compito istituzionale cui è chiamato dall’art. 6, avvia il Progetto Adolescenti dove si inserisce la figura professionale del Tutor.

Il Tutor si colloca nel contesto di vita del ragazzo, si pone come l’adulto che accompagna l’adolescente in un percorso educativo di crescita, ideato e costruito anche grazie alla rete dei servizi operanti sul territorio.

Nel 1994 l’Amministrazione comunale trasforma il Progetto Adolescenti in un vero e proprio Servizio, denominato SERVIZIO EDUCATIVO ADOLESCENTI IN DIFFICOLTA’ consolidandone la valenza educativa e collocandolo all'interno dell'Assessorato all'Educazione.

Nel 1998 in forza di un Protocollo di intesa tra Ministero di Grazia e Giustizia (C.G.M.), la Regione Lombardia, l’Assessorato all'Educazione del Comune di Milano, l’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Cinisello Balsamo, l’Asl e con il Patrocinio del Tribunale per i Minorenni nasce l’Ufficio di Mediazione Penale.

Anni 2000
Gli anni duemila vedono come obiettivo di rilevanza dell’Amministrazione la prevenzione del disagio giovanile e il contenimento della dispersione scolastica.

Nel 2007 a seguito del Protocollo di Intesa tra il Comune di Milano e l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia viene avviato il Progetto Start con l’obiettivo di creare sul territorio milanese collaborazioni e interventi  per l’orientamento scolastico rivolto alle famiglie straniere con figli minori e per l’accoglienza e l’inserimento dei bambini stranieri nelle scuole.

Vengono inoltre implementati i percorsi integrati scuola laboratorio attuati presso il laboratorio agro zootecnico di via Castellino da Castello presso la Scuola Rinnovata Pizzigoni e il laboratorio informatico presso la sede di via Pastrengo, 6.

Sempre con la finalità orientativa e di contenimento della dispersione scolastica sono operativi presso il Servizio Educativo Adolescenti, dal 2014, il Servizio Orientamento Scolastico, il Servizio Orientamento Scolastico per Allievi con il Sostegno e, dal 2015,  il Servizio Cerco Offro Scuola, nato a seguito del progetto omonimo (FEI).

L’orientamento si colloca in una logica di formazione ricorrente e si propone come un’azione finalizzata a supportare l’individuo in alcuni momenti fondamentali del proprio processo di socializzazione.

L’obiettivo generale del servizio è quello della prevenzione primaria ai comportamenti a rischio di antisocialità, esclusione, discriminazione, che generano conflitti e problemi di comunicazione, con conseguente aumento degli insuccessi e degli abbandoni scolastici.

Gli interventi educativi, da effettuare all'interno della scuola ovvero in ambiente esterno, sono concepiti nell'ottica di contrastare precocemente i meccanismi di influenza e di imitazione degli stili rispetto ai comportamenti a rischio, promuovendo i fattori di protezione e le competenze di vita.

In particolare gli interventi previsti per il nuovo anno scolastico, in continuità con gli interventi effettuati negli anni precedenti, sono mirati ad affrontare le criticità relazionali ed evolutive  posizionate sul gruppo-classe, per favorire un atteggiamento critico nei confronti di esperienze che possono portare a comportamenti a rischio e illegali.

Il lavoro con la classe prevede di introdurre modelli positivi di responsabilizzazione e di auto tutela del proprio benessere e di quello del gruppo, con aumento delle probabilità di successo scolastico e di inclusione da parte degli alunni stranieri e in generale di quelli che manifestano disagio sociale e nei confronti dell’apprendimento.

Gli interventi, attraverso strumenti innovativi e un taglio di tipo pedagogico mirato alla prevenzione, affrontano “in contesto del gioco “ non solo le difficoltà relazionali e le dinamiche di gruppo da un punto di vista cognitivo, ma anche e soprattutto coinvolgono i ragazzi rispetto alla componente affettiva e corporea, tenendo conto dell’età (dalla 4° elementare alla 3° media e in prospettiva al primo biennio delle Superiori), delle culture di provenienza e delle problematiche specifiche posizionate sui singoli allievi.
Il Servizio si articola sulle seguenti attività educative:

  • a scuola (in classe o in aula video, o in aula adibita al movimento o in palestra, oppure in spazi esterni come il cortile):
  • esercitazioni individuali, a sottogruppi o a gruppo intero sui temi della Prevenzione (role playing, attività di carattere espressivo, simulazioni sui temi della Prevenzione, rielaborazioni verbali, ecc. utilizzando tecniche di attivazione senso-motoria, tecniche mirate a promuovere l’immaginario dei ragazzi, tecniche finalizzate al problem solving e alla costruzione di competenze per la soluzione dei conflitti.
  • outdoor (in ambienti naturali diversificati):
  • setting a mediazione corporea  in ambiente naturale. Si tratta di uscite didattiche  attraverso le quali quanto appreso in aula viene trasferito in contesti naturalistici  mediante attività tecniche propedeutiche all’arrampicata, escursionismo, speleologia, torrentismo, ecc.

Sono rivolti a preadolescenti, adolescenti a rischio di insuccesso formativo o dispersione scolastica; ragazzi che faticano nel contesto scolastico, che sono demotivati verso lo studio e quindi a rischio di abbandono scolastico.

I laboratori sono aperti alle scuole secondarie di primo grado il cui dirigente o coordinatore di classe invia segnalazione del ragazzo per cui vuole proporre un percorso integrato, in accordo con il ragazzo stesso e la sua famiglia.

I laboratori del SEA
Laboratorio inteso non solo come luogo, ma anche come metodo, un setting in cui il ragazzo sperimenta sé stesso di fronte a persone, cose, spazi, progetti: un fare che crea un poi, un cambiamento.

Un ‘fare’ con l’obiettivo di conoscere e sviluppare la propria coscienza di sé, un incontro e un confronto costanti con strumenti, persone (adulti e coetanei) creare esperienza e farne coscienza e competenza.

Nei laboratori si offre la possibilità di “imparare facendo”, di misurarsi praticamente.
È l’occasione per sperimentarsi nella fatica a tenere i ritmi, nell'allenamento al lavoro e alle consegne, al confronto con gli adulti.

Luogo d’incontro, stare insieme per dare senso alle esperienze all'apprendimento, favorendo la maturazione, rafforzando la fiducia nelle proprie possibilità, l’autostima e sapersi percepire come valore.

Uno sguardo aperto verso il mondo e le sue curiosità ponendosi in un atteggiamento di ricerca e scoperta.

Socializzazione al lavoro
Nei laboratori non solo percorsi integrati, ma anche socializzazione al lavoro.

I percorsi immaginati in un contesto molto simile a quello del mondo del lavoro in cui il ragazzo sperimenta concreti processi d’inserimento e di adattamento al lavoro.

L’obiettivo primario è quello di avvicinare l’adolescente ad un ambiente quanto più simile a quello lavorativo e della produzione come tappa preliminare ad un suo effettivo inserimento nel mondo del lavoro.

In qualche caso la socializzazione al lavoro può essere intesa come propedeutica ad una ripresa del percorso scolastico e/o formativo.

I progetti individuali rappresentano dei processi che si avvalgono anche di borse lavoro, tirocini, di inserimenti lavorativi e quant'altro.

Si rivolge a  tutti i servizi minorili, sia in ambito penale, sia civile ed amministrativo, più generalmente ai minori a rischio di emarginazione  e disagio sociale in carico ai Servizi Sociali dell’Ente Locale.

Utilizza i servizi

D.P.R. 616/77
Delega di competenze agli enti locali; chiusura delle case di rieducazione
D.P.R. 448/88
Nuove norme sul processo penale ad imputati minorenni
D.L. 272/89
Norme di attuazione del D.P.R. 448
Circolare Regionale 56/90 
Rapporti tra Servizi Territoriali e organi della Giustizia Minorile
Protocollo di intesa Ministero della Giustizia – Regione Lombardia
Protocollo di Intesa tra Comune di Milano e Centro Giustizia Minorile (D. G. 2080/2014)

Aggiornato il: 12/10/2021